Christiane Löhr è nata nel 1965 a Wiesbaden e vive e lavora tra Köln e Prato. Il suo lavoro nasce dal contatto diretto con la natura, nella quale trova suoi materiali: i semi di diverse piante (cardi, edera, bardane) utilizzati per sculture di piccole dimensioni che rimandano ad oggetti quotidiani o architettonici, oppure crini di cavallo per i “disegni” ornamentali, le cui misure variano da piccole a molto grandi. Nel momento in cui realizza le sue sculture l’artista sembra essere guidata dalla geometria interna della forma dei semi, così che i suoi oggetti sembrano esempi miracolosi di un’architettura immaginaria, sorprendentemente leggera e fragile, ma, al tempo stesso, forte e solida.
Molte le partecipazioni a mostre collettive in importanti gallerie e Musei in Italia e all’estero. In particolare si ricordano nel 2001 la 49° Biennale di Venezia, nel 2010 a Terre vulnerabili, HangarBicocca, Milano; nel 2013 a Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell'arte italiana contemporanea, MAMbo Museo d'Arte Moderna di Bologna; nel 2015 a The Human Condition, National Centre for Contemporary Arts NCCA, Mosca; nel 2021 a Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli.
L’artista ha inoltre esposto alla Jason MacCoy Gallery a New York; Villa e Collezione Panza a Varese; MART Rovereto, Museum of Arts and Design New York; Museum Wiesbaden; Fondazione Mirò a Palma de Mallorca; Kunsthalle Bern; Kunstmuseum Bonn; Tucci Russo Studio per l'Arte Contemporanea, Torre Pellice; Vangi Sculpture Garden Museum, Shizuoka, Japan. In 2016, è stato conferito a Christiane Löhr il Premio Pino Pascali. In 2020 è uscita un'ampia monografia del suo lavoro.