Artista

Romagnoli Edoardo

Cognome
Romagnoli
Nome
Edoardo
Professione
Fotografo
Luogo Nascita
Milano
Data Nascita
13 10 1952
Altezza
1,70
Capelli
Pochi
Occhi
Castano-Verdi
Segni Particolari
Nessuno
-

Intervista

1. Quali sono i fondamenti della tua ricerca (Art Identity) ?
La mia ricerca nasce dal desiderio di realizzare un’immagine che vada oltre a quello che si vede, a quello che c’è. Cogliendo improvvise motivazioni aspiro a fissare il movimento e il tempo per restituire meraviglia e emozione. Scatto per un’esigenza, quasi fisica, sia interiore che esteriore, alla ricerca di soddisfazione, comunicazione ed estetica. Mi interessa la fotografia che racconta una storia, che induce a pensare e che permette di sognare.
2. Quali sono gli artisti che ti hanno fatto da linea guida nella tua ricerca?
Gli artisti che più mi hanno colpito e ispirato sono: Giuseppe Palanti, mio nonno, pittore a Milano tra Scapigliatura e Novecento. Henri Matisse, maestro nell’usare la luce e i colori in funzione espressiva. Mark Rothko, rigoroso e imperfetto espressionista astratto. Richard Long, scultore e fotografo, supremo artista della Land Art. I miei maestri sono stati: Giulio Confalonieri, designer tra i più significativi, maestro di estetica e di vita, John Goodman, americano di Boston, fotografo, artista e grande comunicatore.
3. Definisciti come essere umano utilizzando tre aggettivi.
Un aggettivo sminuirebbe la realtà. Meglio passare col rosso guardando, che col verde senza guardare.
4. Secondo la tua visione dove sta andando e dove vorresti che andasse, l’arte contemporanea?
L’11 settembre del 2001, nel primo pomeriggio, chiacchieravo con Sergio, rinomato gallerista con sede in Corso Monforte a Milano, quando improvvisamente Luigi, il portiere, arrivava trafelato, urlando di accendere subito il televisore. Rimanemmo tutti sbigottiti e Sergio disse: “Il mondo, il mondo dell’Arte è finito”; in parte aveva ragione, quel mondo là non esiste più. Ma il mondo e l’Arte non sono finiti e l’Arte va dove vuole; mi immagino verso un punto lontano inimmaginabile.

Due parole sui suoi lavori

        Edoardo Romagnoli vive e lavora a Milano.

A otto anni riceve in dono da amici di famiglia una piccola Ferrania; in quel momento la sua passione sono il disegno e la pittura e così sarà per dieci anni ancora. A diciotto anni compra la sua prima Nikon F, e inizia a fotografare durante il primo viaggio importante: nel 1972 due mesi in Scandinavia con meta Capo Nord. Seguiranno tra il ’72 e il ’77 viaggi in Europa, Africa e Nord America.

Più di dieci mesi vissuti in tenda, molti e diversi i compagni di viaggio. 70.000 i km percorsi.

Dalla fine degli anni ’80 scopre che si può dipingere con la macchina fotografica e matura la consapevolezza della propria ricerca espressiva.

I suoi maestri sono: Giulio Confalonieri, designer tra i più significativi, maestro di estetica e di vita; John Goodman, fotografo, artista e grande comunicatore.

La prima foto alla luna risale al 1988 e rappresenta l’inizio del suo lavoro più conosciuto di ricerca artistica. La prima personale si tiene nel 1991 presso “Il Diaframma” di Lanfranco Colombo. La luna è oggetto di una instancabile osservazione; Romagnoli ne fa la protagonista delle sue lunghe sperimentazioni rinnovando a ogni scatto il fascino originale che lo rapisce. Il lavoro rivolto alla luna è in costante sviluppo e si approfondisce nel tempo come un dialogo sempre più serrato, senza mai indugiare su i risultati ottenuti. Tutte le fotografie sono realizzate in un unico scatto, muovendo la macchina e senza interventi di post produzione.

Ampie serie sono dedicate all’architettura e alla composizione grafica: “Duomo di Milano”, “Stazione Centrale”, “NY”, “Palazzo Lombardia”, esposta all’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires nel 2015, “Cantiere Mantegna”, “Torre Velasca 2016”, “Capodanno a Londra”, “Sabbia” e “Alberi”.

Il libro “Ulivi” del 2002 affronta il concetto di tempo e ne analizza gli sviluppi lungo un intero anno; successivamente nel libro “999”, testo di Roberto Mutti, il tempo imprigionato esplode in 15 minuti di fragore e bagliori per annunciare l’arrivo del nuovo millennio.

È del 2005 la sua partecipazione alla collettiva “I Maestri della fotografia” presso il Guggenheim di Venezia.

All’idea di movimento sono dedicati anche altri lavori: il progetto “Le Corse”, in cui l’artista utilizza il movimento per distrarre il soggetto fotografico e coglierne la naturalezza; i lavori “Alberi”, “Luci d’Artista”, “Duplex” e altri ancora, dove il movimento è utilizzato per raggiungere un risultato pittorico - metafisico.

Grande attenzione ed interesse alla ricerca sull’espressività del corpo sono evidenti nelle serie“Autoriscatti” esposta al Festival di Ravello – la Follia nell’Arte nel 2010, curato da Achille Bonito Oliva, “Autoscatti”, “Passeggiate Lunari”, “Performance”, “Ritratto in scatola”, “Sogni”.

In parallelo al lavoro fotografico si sviluppa la ricerca sui “Doodles”, ancora disegni che scaturiscono in maniera impulsiva ed automatica mentre facciamo altro e costituiscono la fonte originaria del lavoro. Piccole creazioni da sempre raccolte dall’artista che vengono rielaborate negli anni ’90 tramite la macchina fotocopiatrice e oggi grazie alle tecniche più moderne di acquisizione e trasformazione immagini.

        Nel 2009 la casa editrice tedesca Springer ha pubblicato il libro Lune realizzando uno straordinario progetto grafico studiato nel 1996 da Giulio Confalonieri

        per le foto di Edoardo Romagnoli e arricchito dal testo dell’astronomo prof. Piero Bianucci.

Nel 2011 partecipa alla Biennale di Alessandria – videofotografia contemporanea, curata da Sabrina Raffaghello. Sono di quell’occasione le prime “Passeggiate Lunari”, poi ripresentate a The Others nel 2013.

Nel giugno 2012 il Museo d’Arte Contemporanea di Strasburgo ha acquisito due fotografie della Luna.

Ottobre 2014, pubblicazione di “Ogni generazione è ponte”, ed. Chimera Editore, libro polifonicostorico-artistico su cinque generazioni di Romagnoli. Presentato a Milano, in Triennale, il 20 novembre 2014.

Nel luglio 2015 il MUSINF di Senigallia ha acquisito una fotografia della serie Autoriscatti.

Dall’ottobre del 2016 una fotografia della Torre Velasca è appesa all’Ambasciata Italiana di Lisbona.

Il pieghevole “Pittura e Disegno” realizzato dal graphic designer Silvio Rossi nel 2018 accompagna in quattro occasioni espositive nell’arco dell’anno il lavoro dei “Fiori” abbinato alla Luna.

Nel 2019 pubblica “Dalla Terra alla Luna”, testo di Roberto Mutti, editore Unimaginable.

Nel luglio 2019, in occasione del 50mo anniversario della discesa dell'uomo sulla Luna, ha partecipato al documentario MOON, prodotto da SkyArte e le riviste GHOST BOOK, Il Fotografo, NPhotography, Diners hanno dedicato ampi articoli al suo lavoro sulla Luna.

Quest’anno, con il progetto #indugiamo (www.indugiamo.it ),un grande e appassionato lavoro corale realizzato durante il primo lockdown, ha raccolto più di 1.200 immagini e testi”.

Gallerie con le quali collabora: Riccardo Costantini Contemporary  – Torino, Bruno Grossetti Arte Contemporanea – Milano, Studio Masiero – Milano, Luisa  

        Catucci Gallery – Berlino, PHOTO&Co - Torino

 

Partecipa regolarmente a Fiere Nazionali e Internazionali.

 

Hanno scritto di lui: Maria Vittoria Baravelli, Francesca Belgiojoso, Pietro Bellasi, Piero Bianucci,Virginia Bonicatto, Achille Bonito Oliva, Giorgio Bonomi, Rossana Bossaglia, Mariateresa Cerretelli,Lanfranco Colombo, Claudio Composti, Denis Curti, Alberto Finotto, Roberta Folatti, Gigliola Foschi, Giovanna Gammarota, Clare Mahon, Giovanna Mancini, Alberto Mattioli, Gianemilio Mazzoleni,Antonio Messina, Marina Mojana, Elisabette Muritti, Roberto Mutti, Lisa Parola, Lisa Parra, Lello Piazza, Laura Quaglia, Gianluca Ranzi, Maurizio Rebuzzini, Ezio Rotamartir, Chiara Vanzetto.

 

 

 

 

 

                                  

 

      

 

    

       

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