Artista

Fiorelli Emanuela

Cognome
Fiorelli
Nome
Emanuela
Professione
Artista
Luogo Nascita
Roma
Data Nascita
14 01 1970
Altezza
1,70
Capelli
Castani
Occhi
Castani
Segni Particolari
I miei segni
-

Intervista

1. Quali sono i fondamenti della tua ricerca (Art Identity) ?
Connettere superfici attraverso un segno che è vettore e struttura, disegno in 3D. Il filo cuce tempi e spazi diversi per renderli simultanei ma variabili. Lo spettatore partecipa al cambiamento dell’opera muovendosi intorno ad essa.
2. Quali sono gli artisti che ti hanno fatto da linea guida nella tua ricerca?
I miei Maestri? La Natura con le sue forze strutturanti ma invisibili, i libri che ho letto (tanti ma mai troppi), le mostre che ho visto (come quella di Gordon Matta-Clark a Siena), i viaggi che ho fatto (come quello in Iraq durante l’embargo), gli artisti che ho incontrato e con i quali ho condiviso pensieri e parole…in particolare Castellani, Bonalumi, Alviani, Perilli e Lucia Latour che ho sentito più affini alla mia ricerca. Ma ciò che più ha determinato la mia indole è stato il DNA di mio padre e di mia madre; l’uno logico e razionale, l’altra selvaggia e fantasiosa…un bel cortocircuito!
3. Definisciti come essere umano utilizzando tre aggettivi.
3 aggettivi: testarda, iper-sensibile, elastica
4. Secondo la tua visione dove sta andando e dove vorresti che andasse, l’arte contemporanea?
L’arte è una spugna che assorbe tutti gli umori che la circondano. Nel migliore dei casi li anticipa portandoci alla consapevolezza dei molteplici e possibili scenari che si dipaneranno nel prossimo futuro.

DUE PAROLE SUI SUOI LAVORI

Nei lavori di Emanuela Fiorelli, appare incisivo il continuo tentativo di definire lo spazio impalpabile, che diventa a tratti visibile attraverso le traiettorie segnate dai suoi fili elastici. Definire l’indefinibile, rendere tridimensionale il bidimensionale, attraverso la potenza nascosta in un solo apparentemente debole, filo, che è in grado di generare architetture ambigue e simulate, fino ad arrivare al profondo caos. Le sue opere si distendono in un flusso continuo di giochi di luci e ombre, tanto reali quanto immaginarie, tanto naturali quanto artificiali. Nei suoi fili elastici appare potente la tensione, forza invisibile che tiene insieme le superfici e con essa la loro conseguente distensione.

Nel 2003 è invitata alla XIV Quadriennale “Anteprima Napoli”. Nel 2004 vince il Premio Accademia Nazionale di San Luca/Pittura. Nel 2005 partecipa alla mostra Lucio Fontana e la sua eredità. Nel 2007 elabora un intervento e un’installazione nell’ambito del convegno “Matematica e Cultura”, Università Cà Foscari, Venezia. Nel 2008 la Gedok la premia con una mostra personale alla Biennale d’Arte di Karlsruhe (Francoforte). Tra le recenti esposizioni si ricorda la partecipazione a Experimenta, la Collezione Farnesina del Ministero degli Affari Esteri. Nel 2010 vince il Premio Banca Aletti ArtVerona per la sessione pittura/scultura/installazione e video. Nel 2012 è invitata dall’Istituto Italiano di Cultura a Lima (Perù) a esporre le proprie opere presso la Galleria d’Arte visiva Centro Culturale Ccori Wasi Universidad Ricardo Palma. Dal 2012 dà vita a esperienze nell’ambito performativo con “Fogli in ARIA” (Teatro Valle Occupato), “In-tensioni reciproche” presentato a Salerno, Milano, Venezia e Roma, e “Ad alta tensione” presentato al Festival “Kilowatt” a Sansepolcro e “Da 1848 a infinito” presentato al MACRO di Roma nel 2019. Del 2013 è la mostra “White & White” nel dialogo tra Corea e Italia, Museo Carlo Bilotti, Roma e l’installazione “Di luce propria”nella Chiesa degli Artisti, Piazza del Popolo, Roma. Dallo stesso anno lavora con la galleria Denise René di Parigi con la quale ha esposto ad Art Basel, al FIAC (2013), ad Artgenève (2019) e ad ARCO Madrid (2021). È del 2014 la mostra “Costruttive Art / Kinetic Art” tenuta a Miami in Florida. Del 2016 la mostra “The Sharper Perception, Dynamic Art, Optical and Beyond”, alla GR Gallery di New York. Nel 2019 è invitata a presentare una Installazione nell’ambito della mostra “Negative Space” allo ZKM Museum di Francoforte e nello stesso anno vince il Premio Pollock-Krasner Foundation.

 

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