Artista

Ferrarini Federico

Cognome
Ferrarini
Nome
Federico
Professione
Ricercatore si può mettere?
Luogo Nascita
Verona
Data Nascita
16 06 1976
Altezza
1,84
Capelli
Incasinati
Occhi
Marrone verde
Segni Particolari
Anima perpetuamente in tempesta (cit. Ugo Foscolo)
-

Intervista

Quali sono i fondamenti della tua ricerca (Art Identity) ?
Osservo e sperimento il cosmo intimamente alla ricerca talvolta di un cardine che apra un passaggio, di un codice sorgente che sveli il significato dell’esistenza del tutto; Spesso però sono travolto dal sentire e realizzo strada facendo quale sia la direzione intrapresa e quale sia il perché di tale scelta. Mi domando costantemente se ci sia un legame che unisce ogni cosa e attraverso la materia provo a dimostrarlo, prima di tutto a sentirlo.
Quali sono gli artisti che ti hanno fatto da linea guida nella tua ricerca?
Le prime opere che mi regalarono una forte emozione e un senso d’estasi furono le pitture di Mondrian “Evoluzione trittico” e “il rosso mulino” entrambe del 1911, poi Alberto Burri, più avanti Ernesto Neto, fino ad arrivare a Jan Fabre e Urs Fisher.
Definisciti come essere umano utilizzando tre aggettivi.
Assetato Connesso Melanconico
Secondo la tua visione dove sta andando e dove vorresti che andasse, l’arte contemporanea?
Nell’unica direzione possibile e cioè la comprensione dell’ignoto

Due parole sui suoi lavori

Federico Ferrarini, 1976, vive e lavora a Verona
Inizia la propria carriera verso i primi anni del 2000, dopo aver frequentato le Accademie di Belle Arti di Bologna e Venezia.
I primi progetti indipendenti e sperimentali all’estero avvengono in Cina, a Shenzen e Chang-sa, poi a Seattle alla Lenny Wilkens Foundation e a Miami tra il 2012 e il 2014.
Nel 2012 dipinge Blast, una tela rappresentante un Sole Stargate, la quale percorre il suo sentiero passando dalla Collezione Stellatelli nel catalogo Delle Dissonanze - This is not Propaganda e arrivando in Sud America ad Arturo Calle, il celebre magnate colombiano.
Nel 2015 espone al James L. Knight Center di Miami.
Collabora con Fresco Art Magazine, rivista del settore di Julia Riley O’Sullivan.
Da ricordare le collettive nel quartiere di Wynwood, nel 2015.
Espone anche a Newport in Luglio 2016 in Franklin Street.
A Palazzo Garzoni Moro a Venezia nel Luglio del 2017 trasforma una delle sale in studio e nell’arco di un mese crea Sole 066, tela di grandi dimensioni che titola il progetto e la personale che si affaccia sul Canal Grande.
Nel 2018 è al M.A.C.R.O. Di Roma dove sperimenta la pittura aumentata con il progetto Exquisitus Speculum, diretto da Ginevra Gadioli durante il Fotonica Festival;
Collabora con gli artisti digitali Electromoon Vision e inizia una solida collaborazione con il Sound Designer Paolo Piaser.
Nel 2018 viene alla luce il progetto Wormhole Vesseldata, due grandi lavori site-specific inseriti a Palazzo Camozzini, a Verona.
La scultura Vesseldata è un’opera pensata come estroflessione ambientale del suo archetipo pittorico - il Sole Stargate - ed esemplificazione del Wormhole einsteniano.
Nel 2019 ispirato dalla “foto del secolo” al buco nero M87 nasce Kroll, installazione site specific di monoliti di legno ricoperti di minerali e grafite sospesi attorno ad un buco nero.
Ne presenta un primo prototipo di 9 metri cubi in un essicatoio di tabacco nel veronese, collaborando con l’Architetto Nico Sandri che cura la museografia del progetto e con Paolo Piaser che crea una composizione elettroacustica interattiva come respiro dell’universo. Kroll è attualmente in evoluzione, studio e sperimentazione stanno proseguendo tutt’ora.
Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 si consolida il rapporto con il gallerista Riccardo Steccanella della Kromya Art Gallery di Verona e Lugano inizia un ciclo di mostre che culmina con la personale a Verona, nella medesima galleria dove presenta la sua nuova ricerca in ambito scultoreo. La personale Stonestar, questo il titolo che vuole evidenziare il legame ancestrale tra la pietra e le stelle come materia prima del cosmo, curata da Chiara Canali e inaugurata a fine 2022.
La fine del 2021 si distingue per un altro mattone importante nella costruzione di una felice collaborazione con Veronafiere e con Fiera Cavalli.
Prima con il Progetto Zarathustra, curato dalla Museologa Beatrice Marciani, che prosegue un dialogo e un confronto con il mondo dei cavalli iniziato nel 2011 con la commissione ricevuta dal Ministero dello Sviluppo Economico e consegnata pubblicamente al Ministro degli Emirati Arabi Uniti Sultan Bin Al Mansoori in occasione della visita ufficiale della delegazione emiratina.
Poi Nel 2022 questo studio giunge al suo culmine con l’opera Scall, commissionata da Veronafiere e voluta da Ferrarini come omaggio al Futurismo e a Umberto Boccioni, legato alla città di Verona.
Gennaio 2023 riceve un invito dal Centrorochas, entità nazionale brasiliana focalizzata sulla divulgazione internazionale della pietra naturale brasiliana.
Si reca in Brasile come ospite alla Vitoria Stone Fair 2023 nell’omonima città per conoscere più approfonditamente le materie prime di questo paese che vanta la più grande geodiversità al mondo e inizia a sperimentare la pittura attraverso l’uso dei minerali.
“Da anni e in modo crescente penso che l’artista dovrebbe concentrarsi su ciò che nemmeno la scienza ha ancora saputo spiegare, alzare gli occhi al cielo o ricercare nell’infinitamente piccolo.” Dice Ferrarini.

;