Gianfranco Zappettini
La trama e l’ordito n 05, 2009, 100X100
Gianfranco Zappettini
Lacrima divina n 03, 2021, 105X94, madreperla + filo di alluminio dorato, resine e acrilico su tavola
Sullo sfogliar del Fato Rosso-Viola 1, 1993, 80X80
Luce Bianca su una linea verticale N 25, 1973, 120X120
Al fine che traspare 4_5-95, 226X138 + 96X178 scura
Gianfranco Zappettini frequenta l'Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel ‘62 entra nello studio dell'architetto tedesco Konrad Wachsmann a Genova. Questi ne influenza la pittura orientandola verso una ricerca di tipo strutturale. Zappettini acquisisce attitudini fondamentali per la sua futura ricerca artistica: la precisione formale ed espressiva, l’importanza della tradizione e della sperimentazione. Nel 1964 inizia il suo rapporto di collaborazione con la Galleria La Polena di Genova. Nel 1968 arriva a Genova il pittore tedesco Winfred Gaul, tramite il quale Zappettini inizia la frequentazione dell'ambiente artistico tedesco e olandese. Nel 1971 è invitato ad "Arte concreta", collettiva che si svolge al Westfälischer Kunstverein di Münster a cura del direttore, il critico Klaus Honnef.
All' inizio degli anni settanta, in Italia e in Europa prendono corpo nuclei di artisti che lavorano sugli elementi minimi del linguaggio della pittura. Da questo comune sentire, si forma la cosiddetta Nuova Pittura, da cui poi si distinguerà la Pittura Analitica, più legata all'analisi dei mezzi operativi e dei processi pittorici. A essa Zappettini contribuisce con numerosi scritti pubblicati su riviste italiane e straniere e con i quadri "bianchi".
Nel marzo del 1974 torna al Westfälischer Kunstverein di Münster per "Geplante Malerei", collettiva organizzata da Klaus Honnef e nel 1975 tra le molte esposizioni, prende parte ad "Analytische Malerei" alla Galerie La Bertesca di Düsseldorf. L'artista inizia a lavorare sulle "tele sovrapposte”. Nel 1977 è invitato a Ducumenta 6 di Kassel.
Dalla fine degli anni settanta il pittore decide di isolarsi rispetto ai circuiti artistici internazionali. Non cessa l'attività espositiva (nel 1981 partecipa alla mostra "Pittura in radice", curata da Achille Bonito Oliva presso la Galleria Artra Studio di Milano e nel 1982 a "Pittura di corta memoria", curata da Viana Conti, al Palazzo La Permanente di Milano). Vive una fase di ricerca spirituale che lo porterà a viaggiare tra Europa, Medio Oriente e Africa e ad avvicinarsi a discipline come Taoismo, Buddhismo Zen e soprattutto Sufismo. Dopo opere pittoriche in cui predominano il distanziamento concettuale e l'ironia e dopo sconfinamenti nella fotografia, le sue opere si ispirano ora al mondo simbolico e alla metafisica, complici le letture di René Guénon. Nel 1998 il Museo d'arte contemporanea Villa Croce a Genova gli dedica una mostra antologica. Negli anni duemila Zappettini si concentra sul simbolismo della trama e dell'ordito e sul colore blu, che poi sarà affiancato anche dal rosso, dal giallo e dal ritorno del bianco. Nel 2003 costituisce a Chiavari la Fondazione Zappettini per l’arte contemporanea. Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 2022 a Londra si tiene la personale The Golden Age presso la galleria Mazzoleni.