Artista

Masi Paolo

Cognome
Masi
Nome
Paolo
Professione
Pittore
Luogo Nascita
Firenze
Data Nascita
11 05 1933
Altezza
1,84
Capelli
Bianchi
Occhi
Azzurri
Segni Particolari
Nessuno
-

Intervista

1. Quali sono i fondamenti della tua ricerca (Art Identity) ?
Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 fondamentale era la ricerca informale. Negli anni ’60 invece comincia lo strutturalismo, dove le regole e i parametri da rispettare erano molto rigidi (se tracciavi una riga, doveva essere diritta!). Poi questa rigidità si è andata a perdere. Uno degli elementi fondamentali è stata la televisione che ha dato un’immagine completamente diversa da quella che era la stampa normale. Ha fatto proprio dei lavori guardando la televisione attraverso l’astrazione. Tutto sommato anche questo non è più concretismo, è tutta un’altra ricerca. Durante gli anni ’70 e ’80 fondamentali furono lo studio della percezione visiva e lo studio sul colore. Dopo di che cominciò questa dilatazione, questa possibilità di avere a disposizione tutto: figurativo, non figurativo, astratto, non astratto, fotografia. Io per esempio a New York ho fatto 475 polaroid concentrandomi sugli elementi urbani più semplici (tombini, muri, pavimenti…). Negli anni ’90 e inizio anni 2000 nascono i Contenitori di Forma colore, le Serialità; continuo a produrre i Cartoni e creo la serie di plexiglas, Trasparenze, dipinta con la tecnica della vernice spray. Mi concentro sulla definizione dello spazio, attraverso “sollecitazioni cinetico-cromatiche” di luci e ombre. La maggior parte del mio lavoro è stato “on the road”, in giro per il mondo…le avventure sono state innumerevoli!
2. Quali sono gli artisti che ti hanno fatto da linea guida nella tua ricerca?
Per esempio, qui a Firenze, sicuramente Riccardo Guarneri, Maurizio Nannucci, Lanfranco Baldi… La linea grosso modo era quella, ma l’importante era avere quest’occhio verso l’esterno, verso l’internazionale. Ecco che lì si aprono una quantità pazzesca di rapporti e avventure varie. La visione provinciale scompare.
3. Definisciti come essere umano utilizzando tre aggettivi.
Simpatico, disponibile e cordiale.
4. Secondo la tua visione dove sta andando e dove vorresti che andasse, l’arte contemporanea?
Nell’arte contemporanea adesso c’è una grandissima libertà. Si adoperano tantissime tecniche, per esempio la fotografia, il cinema, la performance e il computer. Ci sono degli artisti giovanissimi oggi che partono già dall’economia e possono autofinanziarsi per produrre ed esporre i propri lavori. Noi invece partivamo dall’ideologia, dal viaggio, dall’incontro. Oggi uno dei problemi fondamentali dell’artista è: “A chi ti rivolgi?”, “Con chi hai intenzione di lavorare?”… Oggi domina il mercato, di cui faccio parte, ma che purtroppo da un lato è una limitazione enorme per gli artisti.

DUE PAROLE SUI SUOI LAVORI

Paolo Masi, fin dagli anni Cinquanta partecipa a quel fervore creativo e sperimentale che caratterizza l’ambiente artistico fiorentino, desideroso di liberarsi da tutti i canoni del formalismo e da ogni tipo di accademismo. Masi passerà dalle iniziali esperienze della pittura informale e dell’astrattismo concreto a un’attività articolata, complessa e diversificata sul piano tecnico-linguistico.

Negli anni Sessanta l’attività di tipo programmatico e teorico si esplica per Masi con la partecipazione a gruppi. Ricordiamo, a esempio, la sua partecipazione con Lanfranco Baldi, Auro Lecci, Maurizio Nannucci, al gruppo di ricerca estetica Centro F/Uno (1967-70), che esce dall’ambito delle contingenze localistiche, cercando riferimenti in contesti più vasti.

In seguito si avvicina alle contestuali esperienze analitico-riduttive, scomponendo e riorganizzando sul pavimento e contro le pareti aste di alluminio, specchi, fili o piccole stecche di plexiglass colorato, che estendono anche alla terza dimensione la ritmicità dello "spazio-colore". Lavora con la Galleria Schema e la Galleria Christian Stein.

La fase successiva coincide con il ritorno alla bidimensionalità attraverso il progetto  Rilevamenti esterni - conferme interne (1974-76), elaborazione che Paolo Masi sviluppa all'esterno del suo studio con il lavoro iniziato nel 1974 a New York delle Polaroid di tombini, muri e pavimenti e, contemporaneamente, all'interno dello  studio con le Tessiture (tela grezza cucita) e i Cartoni da imballaggio, dove utilizza per la prima volta adesivi trasparenti e coprenti, facendo emergere la struttura interna del materiale. Lavora con gallerie di grande importanza, per citarne una, La Polena.

Dal 1974 Masi è co-fondatore insieme a Maurizio Nannucci e Mario Mariotti di un collettivo che gestisce lo spazio no profit di Zona a Firenze, spazio che ha lo scopo di diffondere esperienze artistiche nazionali e internazionali. Tale esperienza troverà poi la sua continuazione a partire dal 2000 nel collettivo Base.

La sua intensa attività è confermata e riconosciuta sia in Italia che all’estero. Ricordiamo, tra le altre, le partecipazioni alla Biennale di Venezia (1978); alla XI Quadriennale romana (1986).

Le opere della sua più recente produzione sono i Contenitori di forma colore, le Serialità e nuovamente i Cartoni. Questi lavori sono stati presentati a varie riprese al Centro d'Arte Spaziotempo di Firenze dal 1993 al 2002.
La recente serie di plexiglass, Trasparenze, iniziata nel 2000, dipinta con la tecnica della vernice spray, suggella l'incessante evoluzione sperimentale del lavoro di Masi. L'installazione Senza titolo (Trasparenza) del 2003, composta da decine di esili lastre di plexiglas dipinto, è entrata a far parte della Collezione permanente del Museo Pecci di Prato ed è stata presentata recentemente al Museum of Contemporary Art di Shanghai.

Opere storiche dell'artista si trovano nelle collezioni del Mart di Rovereto, della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze e della Galleria d'Arte Moderna di Torino. 

Recentemente due “Composizioni” della mostra milanese “Paolo Masi, Cartoni” tenutasi presso Glenda Cinquegrana Art Consulting, sono state acquisite dalle prestigiose istituzioni Museum Ritter e dalla Fondazione Brodbeck a Catania. 

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