Artista

Scirpa Paolo

Cognome
Scirpa
Nome
Paolo
Professione
Artista
Luogo Nascita
Siracusa
Data Nascita
05 07 1934
Altezza
1,65
Capelli
Brizzolati
Occhi
Celesti
Segni Particolari
Nessuno
-

Intervista

1. Quali sono i fondamenti della tua ricerca (Art Identity)?
Da un punto di vista problematico, ho sempre tentato di condurre la mia ricerca indagando i diversi livelli della realtà estetica all’interno della nostra società tecnologica e consumistica; con ciò si è delineata in me una tendenza sperimentale che mi ha portato a compiere un itinerario denso di rigorose scelte. Ho sentito il bisogno di creare qualcosa che potesse suscitare curiosità e attrarre particolarmente inducendo il fruitore a entrare nel campo della riflessione. Infatti un'arte che nasca dalle condizioni storico-sociali e che viva il suo tempo, può riuscire a realizzare una nuova cultura e una nuova comunicazione visiva. Operando sulla relatività psicologica dello spazio e utilizzando tubi fluorescenti, creo dei tunnel senza fine, aree ipotetiche dove è possibile al fruitore godere non solo di un effetto ottico a livello estetico ma soprattutto compartecipare al gioco dato da luce, spazio e tempo. Mi sono rivolto a luci e specchi perché la luce si può moltiplicare all’infinito sfondando le tre dimensioni tradizionali. Il senso della trascendenza è sotteso a queste profondità luminose irraggiungibili, che convergono e divergono. L’infinito mi ha fatto sempre riflettere intimamente ed è stato il movente del mio operare.
2. Quali sono gli artisti che ti hanno fatto da linea guida nella tua ricerca?
Le mie esperienze nell’ambito estetico-inoggettivo, orientate verso le problematiche oggettuali-cinetiche, si richiamano ai valori di base del cinetismo delle avanguardie storiche, del costruttivismo e del neoplasticismo fino alle più recenti opere tecnologiche. Da sempre sono stato particolarmente attratto dal Manifesto della scultura futurista di Umberto Boccioni e da altri pionieri futuristi che avevano teorizzato la possibilità dell’impiego della luce elettrica nell’opera d’arte. Sono stati altresì importanti per me lo spazialismo di Fontana, la conoscenza e la frequentazione personale con Bruno Munari e le esperienze astratto-concrete di altri gruppi di ricerca estetica (tra i quali il GRAV di Parigi ecc.). L’interesse per queste realtà culturali mi ha spinto a operare e a tentare di proseguire, in un certo senso, la problematica della mia ricerca rielaborando via via il mio linguaggio con la sperimentazione di vari materiali fino ad arrivare, già negli anni ’70, alla realizzazione delle mie ideazioni plastico-spaziali, che io chiamo ludoscopi.
3. Definisciti come essere umano utilizzando tre aggettivi.
Emotivo, mite e riflessivo. Desideroso di dare sempre un senso di infinito, che tende oltre la dimensione umana.
4. Secondo la tua visione dove sta andando e dove vorresti che andasse, l’arte contemporanea?
Assistendo agli straordinari fenomeni che vanno cambiando il volto del mondo, l'artista oggi deve saper intuire nuove possibilità, nuove mete volte a realizzare un rinnovato umanesimo verso un'era di nuova luce e bellezza. Auspico quindi che i fenomeni del nostro tempo, pronti a mettere in crisi i valori dello spirito, possano invece rivelarci la ricchezza della fantasia e la volontà di indagare nel buio. L’artista, in un certo senso, è un privilegiato: dalla sua vocazione può avere la responsabilità di essere profeta, di aver fede, non come uno che sa, ma come uno che cerca, che chiede, nel desiderio di toccare zone più profonde, quelle in cui veramente si elabora una nuova coscienza dell’universo, trovando, di conseguenza nuovi segni di interpretazione.

DUE PAROLE SUI SUOI LAVORI

Paolo Scirpa (Siracusa, 1934) vive a Milano. Il suo lavoro è sempre stato proteso ad una ricerca interiore fuori da ogni legame di appartenenza. Dagli anni ’70 passa da una iconografia bidimensionale alla modularità di uno spazio oggettuale che la luce e gli specchi trasformano in polioggettuale. La sua ricerca si orienta verso una dimensione in cui luce e spazio divengono protagonisti immateriali e spettacolari.

L’artista è interessato a rappresentare non tanto la luce reale quanto la luce “ideale” cioè l’idea dell’infinito e per questo si serve dei mezzi a sua disposizione, tubi luminosi e specchi. Realizza i Ludoscopi, opere tridimensionali che propongono la percezione di profondità fittizie, veri iperspazi-luce in cui è abolito il limite tra il reale e l’illusorio. Bruno Munari ne evidenzia anche l’aspetto ludico.

I suoi spazi virtuali sollecitano l’attenzione di studiosi di arte e scienza.

Nel corso degli anni realizza anche grandi opere di denuncia consumistica – tra le quali Megalopoli consumistica del 1972 – delle installazioni e delle pitture che sono quasi una rappresentazione bidimensionale dei Ludoscopi.

Negli anni ‘80 sviluppa i primi interventi progettuali inserendo le sue voragini luminose in architetture e ambienti di grande prestigio.

Per anni è presente al Salon Grands et Jeunesd’aujourd’hui di Parigi; poi partecipa alla IX e alla XIII Quadriennale di Roma. Espone in numerose gallerie e spazi pubblici. Tra questi: alla Galleria San Fedele (Milano), a Palazzo dei Diamanti (Ferrara), allo ZKM (Karlsruhe), alla Neue Galerie (Graz), al MART di Rovereto, a La Galleria Nazionale e al MACRO (Roma), al Museum Ritter (Waldenbuch), all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano), al MACBA (Buenos Aires), al MACLA (La Plata), alla GR Gallery (New York), al MUO (Zagabria), all’InstitutoTomie Ohtake (San Paolo del Brasile), al Centro Cultural Oscar Niemeyer (Brasilia), alla Fondazione Carlos Cruz Diez (Panama), al MACA Museo Arte contemporanea (Acri, Cosenza) e di recente al Museo Ettore Fico (Torino).

Inoltre sue opere sono in collezioni e musei tra i quali, il Museo del Novecento, le Gallerie d’Italia, le Civiche Raccolte delle Stampe Achille Bertarelli al Castello Sforzesco, la Biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Brera, il MAPP (Milano); il MAGA (Gallarate); la VAF-Stiftung del MART di Trento e Rovereto; La Galleria Nazionale e La Collezione Farnesina, raccolta d’arte contemporanea del Ministero degli Affari Esteri (Roma); il Palazzo dei Diamanti (Ferrara); il Museo MAGI (Pieve di Cento, Bologna); il MACTE (Termoli); il Museo Civico Umbro Apollonio (San Martino di Lupari, Padova); il MAC Museo d’Arte Contemporanea “Ludovico Corrao” (Gibellina, Trapani); il Museum (Bagheria, Palermo); le Fabbriche Chiaramontane (Agrigento); il MuseumRitter (Waldenbuch) e il Musée des Beaux Arts(Caen).

Ha realizzato opere per spazi pubblici, privati e chiese.

I suoi lavori sono stati inseriti in scenografie e spettacoli di vario genere, sia televisivi che teatrali: tra l’altro, nel 2015, l’INDA Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa gli affida la realizzazione del Manifesto del 51° Ciclo di Spettacoli Classici e, nel 2016, il Festival Milano Musica sceglie i suoi Ludoscopi per interpretare la Musica del compositore Gérard Grisey.

E’ stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.

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