Artista

Gaido Veronica

Cognome
Gaido
Nome
Veronica
Professione
Fotografa
Luogo Nascita
Viareggio
Data Nascita
08 06 1974
Altezza
1,80
Capelli
Castani
Occhi
Marroni
Segni Particolari
Simpatica
-

Intervista

Quali sono i fondamenti della tua ricerca (Art Identity) ?
La lunga esposizione e banalmente l’errore fotografico. Ho trovato nell’errore fotografico una grande poeticità, la mia cifra stilistica.
Quali sono gli artisti che ti hanno fatto da linea guida nella tua ricerca?
Tantissimi. La storia dell’arte passa sempre in quegli 8 secondi in cui io scatto. Nel caso della mia personale al MIA Photo Fair 2023, mi sono ispirata per la luce, ai pittori fiamminghi, per ottenere questi neri intensissimi, molto profondi, quasi dei buchi neri. La luce delle candele mia aiuta a esaltare la forma e le rotondità del corpo umano. Mi aiuto con il mio movimento e con il movimento delle mie muse per esaltare ancora di più questo errore fotografico. Con il movimento ottengo, esalto o cancello i dettagli che voglio evidenziare o eliminare.
Definisciti come essere umano utilizzando tre aggettivi.
Molto sensibile, ironica e costante.
Secondo la tua visione dove sta andando e dove vorresti che andasse, l’arte contemporanea?
L’arte contemporanea, per la fotografia, sta andando sicuramente verso l’intelligenza artificiale che io non condivido. Secondo me, come traspare anche dai miei lavori, ci deve sempre essere il tocco umano, fisico ed emozionale. Pensare l’emozione attraverso una macchina, è una perdita per l’essere umano. Quindi, tutto ciò che è l’arte che passa attraverso l’intelligenza artificiale, mi delude. Per il resto, mi piace l’arte che racconta dell’essere umano, un po’ come una descrizione sociologica della nostra società. La mia vita è sempre basata verso l’umanismo che è quello che aiuta ad avere una visione molto più ampia e vedere così, tante sfaccettature. Dirti esattamente dove andrà l’arte contemporanea è molto difficile, perché esistono sempre molte variabili.

Due parole sui suoi lavori

Veronica Gaido nasce a Viareggio nel 1974
e muove i primi passi nel mondo della fotografia ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’Istituto Italiano di Fotografia per poi affinare il suo talento attraverso diverse esperienze nelle più prestigiose scuole di arti visive europee. Nel 2001 in occasione della Biennale di Venezia curata da Harald Szeemann collabora alla creazione del “Bunker Poetico”
di Marco Nereo Rotelli. Nell’agosto del 2002 tiene la sua prima mostra personale “Sabbie Mobili” curata da Maurizio Vanni, nello spazio
di Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi.
Oltre alla fotografia, ha esplorato nuove prospettive, come in occasione della creazione del video per la Fondazione Henraux, presentato alla Triennale di Milano nel 2012, utilizzando
un drone per riprese video aeree. Nello stesso anno è stata invitata a prendere parte della giuria “Premio Fondazione Henraux”, presieduta da Philippe Daverio, creando il progetto “Awareness of Matter”. Nel 2013 intraprende
un viaggio tra India e Bangladesh che porta
al progetto fotografico “Atman” curato
da Enrico Mattei e Roberto Mutti, esposto
a Pietrasanta, Milano, Londra e Parigi.
Dal 2014 si dedica al progetto “Mogador” interamente realizzato nel porto di Essaouira,
in Marocco. Nel 2017, al termine delle lavorazioni, espone con Vito Tongiani a Rabat, Essaouira
e Siviglia. Nel maggio 2019, presenta la Mostra “Doppio Corpo” curata da Marco Di Capua e Benedetta Donato nei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma. Nel maggio 2021 apre a Venezia alla Casa dei Tre Oci la mostra “Dedalo”, curata da Denis Curti, successivamente esposta anche a Milano nel 2022 alla galleria Still Fotografia.
Nel 2023 apre la mostra “Invisible Cities”, curata da Maria Vittoria Baravelli, nel Consolato Generale Italiano di New York.

;